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SERSTO BLOG - INTRODUZIONE

Caro Ospite,
I concetti che desideriamo esporre li riassumiamo nei capitoli che seguono, il resto lo lasciamo narrare ai filmati, alle foto ed ai documenti pubblicati.

Il sentimento razziale contro chiunque nutrito e la segregazione razziale contro chiunque praticata e' aberrante, sia in dipendenza del colore della pelle, che di presunte superiorita' intellettuali ovvero di preminenza economica. Quando la pratica della segregazione razziale (sia per costume tacito che attraverso leggi ed ordinamenti governativi), oltre a rappresentare discriminazione, comporta anche delle morti, allora e' atroce.

Riteniamo anche, pero', che la "pietas cristiana" ed il buonsenso impongano parita' di dignita' di fronte alla morte: vale a dire che un morto americano non vale di piu' di un morto iracheno, che un morto palestinese non valga meno di un morto israeliano, che un morto afgano non valga meno di un morto sovietico e cosi' via. Chiarito questo concetto di base, ampliando il discorso diremo che i morti boeri non valgono meno dei morti anglosassoni, quelli curdi non valgono meno dei turchi, gli infoibati non valgono meno dei partigiani titini, i nativi americani o, se preferite, i pellerossa non valgono meno del settimo cavalleggeri ! Ogni forzatura di "rimembranza forzosa" di una parte a discapito dell'altra ci pare contro natura: noi vogliamo ricordare tutti perche' la morte e', come detto, parita' di dignita' ("la livella" docet). Ne' il ricordo degli uni puo' e deve prevalere sul ricordo degli altri, solo perche' la storia viene scritta dai vincitori ! Ristabilire gli equilibri e' sicuramente un passo importante verso la riappacificazione dei popoli.

A compendio di alcuni argomenti del blog troverai alcune immagini e filmati crudi e violenti, ma essi rappresentano solo la testimonianza degli eventi che li hanno generati; quindi sono presentati solo per dovere di cronaca. Infatti riteniamo la cronaca madre della storia, non vi puo' essere storia senza cronaca. La cronaca rappresenta la verita', non vi e' storia senza verita'. La verita' produce accettazione, equilibrio e pacificazione. La storia senza verita' produce contrarieta', contestazioni e odio. La storia, in verita', e' stata sempre scritta, ripetiamo, dai vincitori e quindi, conseguentemente, asservita a principi di opportunita' che il piu' delle volte hanno operato una cernita della cronaca da tramandare. Il risultato, inevitabilmente, e' una storia scritta ''in parte'' che rimanda ad una verita' ''di parte''.

In linea generale, ora vogliamo aprire una finestra schematica sul mondo per riportare solo alcuni dati che sono stati al centro di annose polemiche che risultano, a nostro avviso, facili da fare a chiacchiere ma piu' difficili da sostenere con i numeri scoperti, anche se i dati da molti riportati, relativamente al costo dei regimi in termini di perdita di vite umane, non possono essere considerati "oggettivi" e "affidabili" in termini assoluti; sia perche’ in molti casi non esistono dati certi, sia perche’ i dati vanno interpretati in relazione alla fonte; sia perche’ in molti dei paesi menzionati non erano presenti istituzioni tenutarie di registri numerici sull'entita’ della popolazione (anagrafe), oppure non venivano effettuati accurati censimenti, come si facevano in Europa prima della seconda guerra mondiale, e che sono serviti per stimare, ad esempio, le vittime del cosi’ detto olocausto e del comunismo.

Le cifre vengono ancora contestate dagli storici revisionisti, da una parte e dall’altra, ma nonostante tali annose polemiche, atteso che nessuno e’ piu’ buono o piu’ cattivo quando si tratta di una vita umana spezzata o addirittura di massacri, tuttavia proprio i numeri ci indicano come, nei blocchi governati da regimi social-comunisti il numero di persone uccise e’ di gran lunga superiore a quello dei morti causati dai regimi nazional-popolari. Evidentemente e’ nelle radici ideologiche l’insegnamento o meno dei valori fondamentali quali la vita e la verita’, che poi si rivelano nelle azioni.

Con buona pace di chi disperatamente ancora tenta di arrampicarsi sugli specchi, appresso citiamo proprio i numeri e le fonti dei massacri storici compiuti in nome delle ideologie e, forse, anche di biechi interessi economici.

Birmania

(1962 - 1988): Ne Win

Rummel: 107.000 vittime - Stime più alte: oltre 60.000 morti Cambogia

(1975 - 1979): Pol Pot

Padre Ponchaud: 2,3 milioni - Libro nero del comunismo: 2 milioni - SIPRI: 2 milioni - Amnesty International: 1,4 milioni - Dipartimento di Stato degli USA: 1,2 milioni - Khieu Samphan: 1 milione - Pol Pot: 800.000 - Rummel: da 600.000 a 3 milioni - Michael Vickery: 750.000 (di cui massimo 300.000 per esecuzione Cina

(1926 - 1949): Chiang Kai-Shek

Rummel: 10.214.000 democidi - Stime governo cinese: 3 milioni di esecuzioni

(1949 - 1976): Mao Zedong

Libro nero del comunismo: 65 milioni - Rummel: 35 milioni (di cui circa 7,5 per il Grande balzo in avanti e 7,7 per la Rivoluzione culturale) - Daniel Chirot: da 830.000 a 3 miliondi per riforme terriere; da 20 a 40 milioni per la carestia, a 1 a 20 milioni per la Rivoluzione Culturale. - Stime degli oppositori: da 70 a 161 milioni di morti di cui da 30 a 50 per la carestia, da 15 a 30 per uccisioni e esecuzioni, da 20 a 53 nei laogai e da 5 a 20 nella Rivoluzione Culturale (Taiwan ha riferito di 37 milioni di giustiziati e 18,1 milioni morti nella Rivoluzione Culturale, ma questi dati sono da prendere come esagerati). Corea

(1948 - 2005)

Libro nero del comunismo: 2 milioni - Rummel: 1.663.000 democidi dal governo nordcoreano, di cui 1.293.000 in Corea del Nord e 363.000 in Corea del Sud. Indonesia

(1965 - 1998): Suharto

WHPSI: 575.000 morti per violenza politica nel biennio 1965-1966 - Stime ufficiali: 500.000 uccisi - Organizzazioni per la difesa dei diritti umani: da 1 a 2 milioni di esecuzioni Iran

(1953 - 1979): Mohammad Reza Pahlavi

Rummel: 16.000 democidi (ovvero morti causati dal governo; il libro è stato scritto nel 1987) Organizzazioni per la difesa dei diritti umani:circa 5.000 morti

(1979 - 1989): Ruhollah Khomeini

Rummel: 56.000 democidi - Amnesty International: 6.108 esecuzioni o piu' Iraq

1973-2003 Saddam Hussein

Human Rights Watch: 250.000 uccisi o scomparsi - Governo USA: 300.000 giustiziati o scomparsi. - Organizzazioni non governative: 500.000 uccisi o scomparsi - Politici iracheni: 1 milione o più. Laos

(1975 - 2005)

3/12/1998 Polish Press Agency e Concilio per l'indipendenza e la democrazia dei dissidenti laotiani: 300.000 esecuzioni politiche. - Rummel: 43.000 democidi. Mongolia

(1924 - 1991)

Kapionsky: 30.000-35.000 persone uccise dal 1921 al 1941. - Rummel: 100.000 democidi. Taiwan

(1949 - 1975): Chiang Kai-shek

WHPSI: 4.600 morti (1954-55) - Eckhardt: 5.000 morti. Unione Sovietica

Stime complessive 1917-1991

Libro nero del comunismo: 20 milioni

Lenin: (1917-1922)

stime più basse: 30.000-50.000 giustiziati per controrivoluzione - stime più alte: 1.860.000 esecuzioni di cui 28 di vescovi, 1.200 di preti, 6.000 di professori e insegnanti, 8.000 di dottori, 54.000 di ufficiali, 260.000 di soldati, 103.000 di ufficiali di polizia, 48.000 di poliziotti, 12.800 di lavoratori civili, 350.000 di altri intellettuali, 192.000 di operai e 815.000 di contadini (riconosciute come stime esagerate)

Stalin (1924-1953)

Deportazione dei kulaki: almeno 650.000 (260.000 morti tra il 1929 e il1932, 390.000 tra il 1932 e il 1940). - Altre deportazioni: da 232.000 a 4 milioni - Carestia: da 2 a 10 milioni (molti considerano i morti per la carestia vittime di Stalin). - Morti nei gulag: da 1,6 a 39 milioni (alcuni portano i morti a 70 milioni, ma tale cifra è stata smentita) - Esecuzioni: da 786.098 (cifra degli archivi sovietici) a 8 milioni - Stime totali (approssimative): da 8 a 60 milioni di morti. Vietnam

(1975 - 2005)

Libro nero del comunismo: 1 milione - Jacqueline Desbarats e Karl Jackson: 65.000 esecuzioni. - Orange Count Register: 165.000 morti nei campi - Encarta: 30.000-40.000 boat people morti - Rummel: 1.040.000 democidi di cui 100.000 giustiziati, 95.000 nei campi di rieducazione e 48.000 per i lavori forzati. Rummel dice di 460.000 cambogiani e 87.000 laotiani uccisi dal governo vietnamita. Infine afferma che 250.000 boat people sono morti a causa del governo del Vietnam.

(1945 - 1975)

Clodfelter: da 15.000 esecuzioni 1954-1956. - Bernard Fall: 50.000 esecuzioni - Gilbert: 100.000 esecuzioni - Rummel: 415.000 democidi di cui 15.000 nel terrore antinazionalista, 250.000 nelle riforme delle terre, 100.000 nel terrore politico, 13.000 nelle rivolte, 24.000 nei campi di lavoro e 13.000 per altre cause. Inoltre dice che durante la guerra del Vietnam i vietnamiti del nord commissero 216.000 uccisioni, di cuo 166.000 nel Vietnam del Sud e 50.000 nel Vietnam del Nord.

(1955 - 1975)

UAAR: 80.000 esecuzioni 1955-1960 - Rummel: 39.000 democidi in tempo di pace, 51.000 democidi in tempo di guerra. Albania

(1946 - 1985): Enver Hoxha

New York Times: 5.000 esecuzioni politiche. - WHPSI: 5.235 esecuzioni politiche 1948-1952. Austria

(1933 - 1934): Engbert Dolfuss

Eckhardt: 1.000 civili uccisi durante gli scioperi del 1934. - Stime più alte: 2.000 morti provocati da Dolfuss. Bulgaria

(1945 - 1989)

Enciclopedia Britannica: 2.730 condanne a morte, 30.000 oppositori poltici uccisi senza processo. - Rummel: 222.000 democidi. Cecoslovacchia

(1948 - 1989)

20/05/2000, Nuova Agenzia Ceca: 238 esecuzioni politiche. - Rummel: 65.000 democidi. Germania

(1934 - 1945): Adolf Hitler

Maggioranza delle stime: tra 14.412.000 e 20.627.000 morti, di cui tra 5.100.000 e 6.000.000 di ebrei, tra 1.800.000 e 1.900.000 di polacchi non ebrei, tra 200.000 e 800.000 persone disabili, 100.000 comunisti, tra 10.000 e 25.000 omosessuali, 2.000 testimoni di Geova, tra 3.500.000 e 6.000.000 di civili slavi, tra 2.500.000 e 4.000.000 di prigionieri e tra 1 milione 1,5 milioni di oppositori politici - Stime più alte: 25-30 milioni di morti. Italia

(1922 - 1945): Benito Mussolini

Mark Mazower: 29 condanne a morte prima del 1939. - Rummel: 224.250 democidi, di cui 200.000 in Etiopia e in Libia, 15.000 in Jugoslavia, 9.000 in Grecia e 250 in Italia. Jugoslavia

(1941 - 1945): Ante Pavelic

John Campe: 326.000 uccisi. - Rummel: 655.000 democidi.

(1944 - 1980): Josip Broz, detto Tito

Mark Mazower: 60.000 morti - John Campe: 100.000 morti. - Noel Malcolm: 250.000 morti. - Rummel: 1.072.000 democidi, di cui 500.000 nel 1944-45 e 572.000 nel 1945-80. Polonia

(1948 - 1989)

Tina Rosenburg: 30.000 uccisi - Rummel: 22.000 democidi - Grzegorz Ekiert: 8.668 uccisi (1944-1948) Repubblica Democratica Tedesca (DDR)

(1949 - 1989)

Rummel: 70.000 democidi - WHPSI: 6.192 esecuzioni politiche (1948-52). Romania

(1944 - 1989)

Ufficiale: 60.000 vittime (Da una sentenza di una corte rumena che trovò Ceausescu colpevole di genocidio, riportato dal Time dell'8 gennaio 1990) - Rummel: 435.000 democidi. Spagna

(1939 - 1975): Francisco Franco

Stime ufficiali: 192.684 esecuzioni, 1939-44 - Stime degli oppositori: oltre 500.000 tra giustiziati e scomparsi. Ungheria

(1946 - 1989)

Rummel: 27.000 democidi (unica stima trovata). Guatemala

(1966 - 1974): Peralta Azuria e Julio Cèsar Menguez Montenegro

Commissione per la chiarificazione storica: 42.275 uccisioni - Stime sulla guerra civile: 100.000 morti e 40.000 "scomparsi". Nicaragua

(1967 - 1979): Anastasio Somoza (nipote)

Stime ufficiali: 20.000 morti - Organizzazioni per la difesa dei diritti umani : 50,000 morti. Haiti

(1957 - 1971): François Duvalier

Stime ufficiali: 20,000 morti - Organizzazioni per la difesa dei diritti umani: 60,000 morti. Cuba

(1952 - 1958): Fulgencio Batista

Stime ufficiali: 2.000 morti - Organizzazioni per la difesa dei diritti umani: 20.000 morti.

1959 - oggi: Fidel Castro

Giustiziati ufficialmente: 5.760 - Stime degli oppositori: 88.000, di cui 18.000 per esecuzioni, 3.000 per esecuzioni extragiudiziarie, 1.000 morti in prigione e 66.000 morti per aver tentato di fuggire da Cuba. Argentina

(1976 - 1983): Junta militar

CONADEP: 9.000 desaparecidos - Dipartimento di Stato degli Stati Uniti: 10-15.000 tra morti e scomparsi - Organizzazioni per la difesa dei diritti umani: 30.000 desaparecidos. Cile

(1973 - 1990): Augusto Pinochet

Commissione Rettig e Rapporto Valech: 2.095 morti e 1.102 "scomparsi" - Altre stime: 30.000 morti (organizzazioni per la difesa dei diritti umani) - 80,000 morti (stime di oppositori) Paraguay

(1954 - 1989): Alfredo Stroessner

Stime ufficiali: tra 200 e 400 sospetti guerriglieri uccisi - organizzazioni per la difesa dei diritti umani: 1,200-3,000 morti. Etiopia

(1974 - 1991): Mengistu Haile Mariam

Agence France Presse: da 50.000 a 200.000 uccisi - Harf e Gurr: 30.000 giustiziati (1974-1979) - New York Times: 150.000 uccisi. Guinea

(1968 - 1979): Francisco Macías Nguema

Washington Post, Los Angeles Times, World Almanac: 50.000 uccisi - Encarta: 80.000 uccisi - AP: 100.000 uccisi. Alleati (Usa-Gb)

Con esclusione di tutti i morti civili causati nei conflitti in Medio Oriente, Iraq e Afghanistan.

Oltre 100.000 morti a guerra già finita tra i prigionieri dell'Asse in molteplici distinti episodi storicamente accertati (anche in Italia).

Durante la guerra anglo-boera, non meno di 26.000 donne e bambini boeri morti nei campi di concentramento brittanici. Ad essi vanno aggiunte le vittime della popolazione nera che viveva nelle fattorie boere, che seguirono la sorte dei loro padroni nei campi di concentramento.

(1945) Il mattino del 6 agosto 1945 alle 8.16, l'Aeronautica militare statunitense lanciò la bomba atomica "Little Boy" sulla città giapponese di Hiroshima, seguita tre giorni dopo dal lancio dell'ordigno "Fat Man" su Nagasaki. Il numero di vittime e' stato stimato in oltre 300.000, quasi esclusivamente civili. Per la gravità dei danni diretti ed indiretti causati dagli ordigni, per le implicazioni etiche comportate dall'utilizzo di un'arma di distruzione di massa e per il fatto che si è trattato del primo e unico utilizzo in guerra di tali armi, i due attacchi atomici vengono considerati fra gli episodi bellici più gravi dell'intera storia dell'umanità.

(1945) Il bombardamento di Dresda da parte della Royal Air Force britannica e della United States Army Air Force, avvenuto fra il 13 e il 14 febbraio, fu uno degli eventi piu' tragici della seconda guerra mondiale. I bombardieri alleati rasero al suolo una gran parte del centro storico di Dresda (bombardamento a tappeto), causando una strage di civili, con obiettivi militari solo indiretti. Fu uno dei bombardamenti con pio' vittime civili della seconda guerra mondiale. Il numero delle vittime fu stimato in oltre 250.000 morti.

Riassumendo tali dati si ottiene che, secondo tali stime, il numero delle uccisioni, calcolato per blocchi ideologici, e' il seguente:

91.912.000

23.757.500

650.000

200.000

L’Italia, in particolare, come si rileva dai dati citati, per l’esiguita’ delle morti provocate rispetto a quelle subite, e’ sicuramente da considerarsi addirittura virtuosa, cosi’ come il suo passato regime Fascista.

Quello preso in considerazione fin qui e' il periodo che va dalla fine del 1800 al termine del secondo conflitto mondiale (1945), ma molti sono ancora i decenni bui di "verita'" che si sono susseguiti in Italia e nel mondo. In particolare vogliamo ora dare uno sguardo propio al periodo che va dagli anni 1960 agli anni 1980 nel nostro Paese: un periodo ricco, purtroppo, di avvenimenti luttuosi per i quali le responsabilita' sono rimbalzate da una parte all'altra senza che, peraltro, sino ai giorni nostri si sia fatta ancora piena luce inchiodando i veri responsabili e riabilitando coloro che furono accusati ingiustamente o "per partito preso". Prendiamo, quindi, in considerazione la farsa (noi la consideriamo piu' una tragedia) che venne messa in scena con il nome di "strategia della tensione"... [continua]

Una riflessione su un periodo della nostra storia nazionale, come quello che va dal 1969 al 1984 e che prende il nome di "strategia della tensione", puo' aiutarci a rafforzare il concetto secondo cui, chi ci rappresenta nelle istituzioni e nella vita pubblica ha l’obbligo di porsi a servizio di chi rappresenta piuttosto che assumere un profilo di parte secondo teoria degli amici e degli amici degli amici, in base alla quale si sentono impegnati a rappresentare, conservare e sviluppare interessi propri o di parte. Quando questo accade, infatti, la storia dimostra che la societa' implode, che le difformita' vengono additate come causa dei problemi irrisolti. In altre parole si puo' affermare che viene meno lo "stato di diritto".

Di tali esempi e' piena la cronaca degli anni che raccontiamo, ed anche quella piu' recente. Ci riferiamo ai tentativi di indirizzare l’attenzione dell’opinione pubblica verso temi che nulla hanno a che fare con i problemi impellenti e quotidiani di ciascuno di noi. In certi casi, addirittura, si pensa di risolvere i problemi negandone l’esistenza o addossando ai "difformi" le responsabilita'. In presenza, poi, di episodi di violenza, si chiude qualsiasi dialogo a discapito della tolleranza e del rispetto reciproco. Tale "scelta" contribuisce a creare il clima di reciproco sospetto che porta a chiudersi in se stessi ed a propendere per la ritorsione a fronte di qualsiasi azione prevaricatrice.

Gli "anni di piombo" racchiudono il periodo definito della "strategia della tensione", che passa attraverso il "Movimento del 1977" e gli "opposti estremismi", in tutte le sue manifestazioni e' stato la rappresentazione della negazione della verita' a discapito della solidarieta', ed oggi, con sguardo piu' distaccato, si osserva che perseguire una politica degli interessi di potere porta alla lotta sociale ed ad eventi luttuosi. Intendiamo dire che anche gli atti terroristici perpetrati, dalluna e dall'altra parte, in quegli anni (ferma restando la piena condanna degli stessi e l'assoluto e convinto rispetto per le vittime) possono essere assimilati a quella politica antisociale e di parte.

Allora ci fu' l’instaurazione di un clima di terrore e diffidenza in modo da destabilizzare il quadro civile e determinare le condizioni per uno "stato di polizia" a giustificazione dell’uso della forza; in una situazione del genere la gente si sente da un lato indifesa e bisognosa di protezione e dell'altro oppressa dalle limitazioni di liberta' e diritti basilari. Inoltre il controllo dei mezzi di informazione contribui' ad influenzare e confondere l’opinione pubblica in modo da consentire e legittimare le "necessarie" prevaricazioni ed a veicolare l’attenzione della gente verso falsi problemi, cosi' da occultare le manovre di controllo del potere.

Tuttavia, valutando i costi derivanti da lutti, ferimenti, strascichi e risorse impegnate per provocare e contrastare quegli episodi di violenza in quel periodo, da un lato ci accorgiamo, ancora una volta, che la violenza attribuita per gli "opposti estremismi" al terrorismo rosso fu innegabilmente maggiore di quella attribuita al terrorismo nero, e dall'altro pensiamo che quel periodo buio fu dettato dalla necessita' del "potere" di contrastare le richieste e le aspirazioni del variegato Movimento del 1977.

A distanza, ormai, di decenni molti lati oscuri di quella strategia sono venuti alla luce, tanto da attribuire ad essi l'appellativo di "stragi di stato", ma tantissimi altri attendono ancora l'ora della verita' e della giustizia per le vittime.

Da tutto questo dovrebbero trarre insegnamento anche i nostri politici attuali che, dati gli accadimenti, potrebbero ritrovarsi ad affrontare condizioni simili.

Le considerazioni, le tesi ed i dati riportati in questa presentazione del Blog sono stati estrapolati dai vari argomenti che trovi in indice e che puoi consultare nella loro interezza, cosi' come pure i filmati raccolti in questa slide di compendio... [continua]

Quanto esposto appena innanzi, ed accaduto nel nostro Paese, ha avvenimenti corrispettivi verificatisi anche nel resto d'Europa e nel mondo. Il Blog presenta, tra i suoi argomenti, una panoramica anche di tali ultimi accadimenti per fornire un quadro complessivo quanto piu' completo ed equo possibile sui periodi presi in esame. Premesso che il Blog riveste carattere esclusivamente culturale ed apartitico, non appartenente, cioe', ad alcun partito o associazione, ne' con l'intento di crearne di nuovi, privato e assolutamente no-profit, con l'obiettivo unico ed inalienabile di raccontare pagine di storia nel loro complesso e veridicita' dei fatti, rispettando tutti i punti di vista ed altresi' reclamando rispetto per il nostro diritto alla liberta' di libera espressione, di pensiero e cultura.

Tutto cio' premesso, diremo anche che il Blog, pur seguendo, nella sua narrazione per argomenti, il filone delle identita' Tradizionali e Nazionalistiche, legati, cioe'alla cultura, agli uomini, agli avvenimenti, alla cronaca ed ai luoghi della Destra Mondiale, presenta anche il risvolto contrario con dovizia di contenuti, con il preciso intento di una eguale informazione.

A completare una visione globale di tali periodi storici presentiamo anche argomenti di natura ed interesse vari: dalle band musicali agli animali, dai record mondiali alle illusioni ottiche, dalle barzellette ai fumetti, dalla moda al costume, ecc. A compendio, di seguito trovi una serie di link ersterni che puntano a siti di interesse e controinformazione, oltre ad una playlist di artisti vari ed una sezione relax.
Ma continuiamo con qualche considerazione di carattere generale e di attualita'...[continua]

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Claudio Villa [MP3]

Non andare piu' lontano

Non pensare a me

Roma nun fa la stupida stasera

Mamma

Claudio Baglioni [MP3]

Con tutto l'amore che posso

Mille giorni di te e di me

Notte di Natale

Passerotto

Porta Portese

Questo piccolo grande amore

Sabato pomeriggio

Signora Lia

Strada facendo

Una favola blu'

Gianni Morandi [MP3]

Belinda

Capriccio

C'era un ragazzo che come me

Fatti mandare dalla mamma

L'amore ci cambia la vita

Uno su mille ce la fa'

Zingara

Mina [MP3]

Il cielo in una stanza

Un anno d'amore

Domenico Modugno [MP3]

Lettera di un soldato

Sei cosi' bella e cosi' sola

Tambureddu

Tornero'

Volare

Vecchio frack

Robertino [MP3]

Parlami d'amore Mariu'

Un bacio piccolissimo

Violino tzigano

Cat Stevens [MP3]

Wild world

Abba [MP3]

Chiquitita

Dancin queen

Knowing me knowing you

Take the chance on me

Waterloo

Anni '60 [MP3]

La campana di San Giusto

Vola colomba bianca vola

Bandiera Tricolore

Inno di Mameli

Carmagnola inno dei Sanfedisti

Mamma mia dammi 100 lire

Se potessi avere 1000 lire al mese

Quel mazzolin di fiori

I pompieri di Viggiu'

Stessa spiaggia stesso mare

Non ho l'eta'

Lucio Battisti [MP3]

Acqua azzurra acqua chiara

La collina dei ciliegi

Io vorrei non vorrei ma se vuoi

Beatles [MP3]

A little help for my friends

In the octopus's garden

Penny Lane

Sgt. Peppers band

Revolution

The yellow submarine

Discorsi Mussolini [MP3]

Dichiarazione dell'Impero

Milano 2

Ultima intervista

Dichiarazione di guerra 2

Napoli

Cagliari

Carbonia

Dichiarazione di guerra 1

Torino

Discorso del Ventennio 2

Catanzaro

Roma 3

Guerra Cicile Spagnola

Vincere !

Discorso del Ventennio 1

Il Duce scherza con la folla

Reggio Calabria

Pianeta Rock [MP3]

Le Orme Felona

Le Orme Sorona

Deep Purple Burn

Pink Floyd Another brick on the wall

Bruce Sprigsteen Born in the USA

New Trolls Quella carezza della sera

New Trolls La carrozza di Hans

Pink Floyd The dark side of the Moon

New Trolls Qui davanti agli occhi miei

Formula Tre Eppur mi son scordato di te

Queen Radio gaga

Genesis Abacab

Shocking Blue Venus

Aphrodite Childs It's five o'clock

Formula Tre Questo folle sentimento

New Trolls Impressioni di settembre

Tina Turner Nutbush city limits

Aphrodite Childs Rain and tears

Deep Purple Smoke on the water

Queen We will rock you

Black Sabbath Paranoid

Black Sabbath Heaven and hell

Kink Crimson King

Iron Maiden Hallowed by the name

Iron Maiden Dejavu

Iron Maiden Prowler

Iron Maiden Transylvania

Led Zeppelin Black dog

Led Zeppelin Moby Dick

Led Zeppelin Night flight

The Who Baba o'riley

The Who Behind blue eyes

The Who New song

The Who Trick of the light

U2 Electrical storm

U2 Elevation

U2 Vertigo

Van Der Graaf Generator Nutter alert

Van Der Graaf Generator Ship of fools

Van Der Graaf Generator Wondering

Black Sabbath After forever

Enrico Ruggeri [MP3]

Io ti avro'

Gli Squallor [MP3]

Ti ho conosciuto in un clubs

Tutto il morto minuto per minuto

Aia

Il '68

Renato Zero [MP3]

Una guerra senza eroi

Mi vendo

Gli Stadio [MP3]

Amo solo te

Ballando al buio

Bella

Disperato bisogno d'amore

Al tuo fianco

Lo Zecchino d'Oro [MP3]

Il caffe' della Peppina

La casetta in Canada

Dammi i denti davanti

Volevo un gatto nero

Il coccodrillo come fa'

Maramao perche' sei morto

44 gatti

Enya [MP3]

The Lord of the Rings

Storms in Africa

Equipe 84 [MP3]

Tutta mia la citta'

Franco Battiato [MP3]

La torre

Bandiera bianca

Radio Varsavia

Centro di gravita' permanente

Cuccurucu paloma

L'era del cinghiale bianco

Il grande esodo

Sentimiento nuevo

La stagione dell'amore

Angelo Branduardi [MP3]

La luna

Samarcanda

Ennio Morricone [MP3]

Il buono il brutto il cattivo

Per un pugno di dollari

C'era una volta in America

Il mio nome e' nessuno

Mucchio selvaggio

Il professionista

Untouchables

Upon the West

Inni Ventennio [MP3]

Guglielmo Marconi

Allarmi siam Fascisti

Inno dei sommergibilisti

Il canto degli arditi

Preghiera del Legionario

Inno della Falange Cara al sol

III Reich [MP3]

Panzer lied

Fabrizio De Andre' [MP3]

Volta la carta

Compilation Italiana [MP3]

Nessuno mi puo' giudicare

La storia di serafino

Ma l'amore no

Acapulco

A citta' e pullecenella

Bennato Bravi ragazzi

Che sara'

Chi fermera' la musica

Ma come fanno i marinai

Extraterrestre

Era lei

Geordie

Il gigante e la bambina

L'emozione non ha voce

In questo mondo di ladri

Firenza Santa Maria Novella

Resta in ascolto

Samarcanda

Sara' perche' ti amo

Scusa ma ti chiamo amore

Segreti

Senza averti qui

Sono tremendo

Spunta la luna dal monte

Stasera mi butto

Stella stai

Storie di tutti i giorni

Una notte e forse mai piu'

I ragazzi della Via Gluck

Vieni a vedere perche'

Viso d'angelo

Compilation Internazionale [MP3]

Jesus Christ You are my life

La fiesta di San Benito

Spring summer winter and foul

Stay the night

Take on me

Tragedy

Tweedle dee tweedle dum

Video killed the radio star

Waka waka

We shall dance

Where's your mama gone

You are beautiful

You win again

Massimo Morsello [MP3]

Aborto

Donne

I nostri canti assassini

Otto di settembre

Scusate ma non posso venire

Figli di una frontiera

Una nave in mezzo al mare

Luigi Tenco [MP3]

Ciao amore (Dalida)

Tu non hai capito niente

Lontano lontano

Mi sono innamorato di te

Vedrai vedrai

Rondo' Veneziano [MP3]

Il progetto e il viaggio

La marcia di Radetsky

Prime luci sulla laguna

Sinfonia per un addio

D'ombre set de luminieres

Notturno in gondola

Odissea veneziana

RELAX

Caccia all'uomo (SWF)

Democrazia e solidarieta':non e' demagogia ed il tema e' quanto mai attuale. Mentre la crisi scombussola le vite materiali dei cittadini, ma anche le categorie di pensiero, la filosofia in tutto il mondo torna a riflettere sui concetti di democrazia e solidarieta' che la politica ha da tempo, colpevolmente e con arroganza, abbandonato. Il cammino della solidarieta' e della democrazia che si e' svolto nel corso degli ultimi tre secoli non e' ancora compiuto. Solidarieta' e Democrazia rappresentano due fattori costitutivi della storia dei paesi occidentali e rapidamente tendono ad estendersi a quella del mondo intero.

La globalizzazione dovrebbe essere il processo che concorre ad estendere il mondo dei diritti civili, politici e sociali. Non si tratta di un processo facilmente accolto da tutti: resistenze di carattere culturale e soprattutto economico impediscono che solidarieta' e democrazia trovino piena accoglienza e definitiva condivisione. Qualcuno teme che addirittura gli stessi paesi occidentali, specialmente gli Stati Europei, rischino di invertire la marcia, avviandosi verso una decadenza (che pur sembra gia' in atto) culturale, economica e politica.

L’analisi del rapporto tra solidarieta' e democrazia ha consentito di misurare la forza e la capacita' di interazione: esse, infatti, sono talmente interdipendenti da rendersi necessarie l’una per l’altra. C’e' da essere preoccupati per l'attuale momento di stasi o, forse, gia' di declino che la nostra societa' globalizzata sta registrando. E' di questi ultimi tempi la grave crisi finanziaria che, iniziando dagli USA, sta interessando l’Europa ed il mondo intero. Ma non sono soltanto la finanza, le borse e le banche ad essere coinvolte in un rogo che sembra voglia divampare sempre piu' ed incendiare il terzo millennio per "purificarlo" dagli inganni dell’unica ideologia superstite dopo la fine delle ideologie politiche: il mercato globale e universale, senza Stati ne' Governi. Oggi vengono al pettine tutti i nodi economici, politici e culturali che nascono nel Novecento e che credevamo di aver superato e risolto.

Si pensava alla ricchezza con una crescita senza il lavoro e, quindi, senza la responsabilita' pubblica e conseguenti regole. Lo scarto tra economia reale e mercati finanziari, il divario tra ricchi e poveri (accentuato dal boom tecnologico e finanziario), le nuove gerarchie sociali che riordinano competenze, saperi, professioni e gruppi sociali: sono i tratti dell'attuale caos mondiale. Dopo il timore di rimanere coinvolti nella perdita improvvisa di ricchezza a causa degli ingannevoli mercati finanziari, e' cresciuta e continua inesorabilmente a cresce la preoccupazione per una domanda di governo complessivo della situazione, che tuttavia non trova risposta in quanto non si e' identificato il soggetto giusto a cui rivolgere la domanda, soprattutto quella del comune cittadino ad essere tutelato.

La falsa rivoluzione finanziaria ha sfidato e quasi vinto l’autorita' tradizionale e le potesta' stesse degli stati nazionali a cui i cittadini si rivolgono come sempre nei momenti di crisi. Quando entra in crisi un sistema complessivo come quello attuale, nessuna istituzione statale ha piu' la capacita', anzi peggio la legittimita', a poterlo controllare. In questo processo non c’e' stata solo la dicotomia tra capitale e lavoro, ma e' saltata l’alleanza tradizionale tra l’economia di mercato e lo stato sociale. Questa alleanza aveva sorretto per decenni il diritto, le istituzioni, la politica, la legittimita' stessa delle classi dirigenti che si alternavano in una forma pratica e quotidiana di democrazia. La legittimita' democratica risiedeva nel tavolo di compensazione tra i "premiati" e gli "esclusi", in sintesi, tra poverta' e ricchezza.

Un vincolo di responsabilita' che si esprimeva attraverso la civilta' del lavoro e che ha tenuto insieme e fatto convivere pacificamente, fino a poco tempo fa, i "vincenti" e i "perdenti" della globalizzazione. Si richiede a questo punto un nuovo contratto sociale ed una nuova autorita' democratica che garantisca i diritti anche delle realta' postnazionali; una rete sociale, culturale, politica ed istituzionale completamente da ricostruire. L’evolversi delle societa' in termini di distribuzione e di allargamento di potere, di moltiplicazione dei centri decisionali e delle sussidiarieta', di consapevolezza dei diritti personali e di cittadinanza, si proietta sulla semantica della democrazia e sulla sua nuova grammatica operativa. Cosi' come si riflette sulla solidarieta' in cui diritti e responsabilita' si coniugano in maniera sinergica.

Le sfide imposte dalla globalizzazione, pur con le sue immancabili risorse e i suoi inevitabili limiti, nonche' il tentativo di rispondere a esse, evidenziano la necessita' che siano accorpate e si evolvano univocamente.Allo stato attuale, quindi, ne' democrazia ne' solidarieta' sono realizzati e compiuti definitivamente: essi esigono, invece, costanti ripensamenti, frequenti ridefinizioni e continui cambiamenti. Il superamento della secolare dicotomia tra pubblico e privato e' certamente da ritenersi una conquista della societa', come nella politica, e la sinergia che da essi si sprigiona, puo' aiutare il processo democratico e contribuire a una piu' efficace politica delle relazioni sociali. D’altra parte la solidarieta', da sempre intesa e vissuta come fattore di integrazione sociale e comunitaria, conquista gli spazi ampi e responsabili della democrazia.

La "solidarietà democratica" rappresenta la sintesi felice delle esigenze di democrazia e di benessere che soddisfino tutti i soggetti (cittadini singoli, famiglie, comunità locali, imprese, ecc.) consentendo loro di attuare quel protagonismo che li rende allo stesso tempo attivi e responsabili: nelle loro mani, nei loro cuori, nelle loro volonta' risiedono le sorti stesse della democrazia; dalle loro capacita', individuali e collettive, nonche' dalla loro vigilante responsabilita' dipende la salvaguardia dei sistemi democratici. Ma soprattutto dalla loro apertura mentale e dalla loro sensibilita' nei confronti degli altri, si misura il vero amore per il comune benessere.

La solidarieta', dei cittadini tra di loro, delle istituzioni che si fanno carico del benessere comune, delle societa' civili che sinergicamente interagiscono con tutti gli organismi di cittadinanza e con le istituzioni, e' l'unica condizione etica per la costruzione, la crescita e la salvaguardia della democrazia. Una democrazia senza spirito di solidarieta' rappresenta una impalcatura senza puntelli. Una societa' democratica puo' essere formalmente in grado di garantire l’ordine, ma sicuramente non puo' essere capace di consentire che tale ordine produca uomini in grado di perseguire progetti di benessere comune.

Le societa' "ordinate" si attagliano a realta' militari, e, a lungo andare, perdono il valore democratico, se non l’avevano gia' perso prima. La solidarieta', invece, riempie la democrazia di significato, le garantisce un volto umano e contribuisce alla promozione di comunita' aperte, di convivenze pacifiche e disponibili all’accoglienza pur se in una giusta ottica di integrazione. La solidarieta', storicamente, e' un sentimento creato e promosso da societa' benevole e compassionevoli; ma il processo storico che ha condotto quelle societa' verso la democrazia le ha ugualmente rese consapevoli della natura relazionale e della condizione solidale occorrente per il suo pieno e autentico compimento.

La solidarieta', in talune realta', ha avuto un percorso separato dalla democrazia, in quanto considerata una qualita' delle societa' "a prescindere", capace di costituire paradigmi sociologici per una lettura asettica delle societa' stesse: non era cosi' ed ora e' venuto il tempo che la solidarieta' venga coniugata in maniera imprescindibile con la democrazia. [continua]

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Etica e Politica. Se osserviamo la politica attuale notiamo innanzitutto che essa e' l'espressione principale dell'energia del potere: l'importante e' vincere. Questo assunto, per alcuni, diventa poi: vincere con ogni mezzo, anche a costo di svendere ogni principio morale ed etico. Una delle cose piu' difficili da realizzare e' il fare politica rimanendo integri ed onesti. Perche' un'affermazione cosi' dura e categorica? Semplicemente perche' quelli che nell'educazione vengono chiamati difetti o disvalori, in politica diventano pregi e valori. Parole come amore, rispetto, lealta', amicizia in politica diventano umoristiche se non ridicole. Vediamo cosi' che la barriera della dignita' e della coerenza, oggi, si sta spostando sempre piu' in la', dove una volta esisteva la vergogna. Tutto sembra pero' normale, perche' un giorno dopo l'altro i piccoli spostamenti non si notano e magari quelli che erano progressisti dopo 30 anni si ritrovano conservatori e quelli che erano conservatori si ritrovano progressisti. Con questo non voglio dire che chi la pensava in un certo modo 30 anni fa deve pensarla nello stesso modo oggi. Cio' che voglio dire e' che se si segue solo una linea ideologica di partito, separata dalla legge che traccia i cicli storici, si finisce "fuori tempo", in gergo sportivo si e' "squalificati".

Trent'anni fa, infatti, c'era un'esigenza storica legata ad una precisa fase dell'evoluzione umana che richiedeva, per esempio, di portare all'interno della vita sociale i diritti individuali e collettivi. Oggi la situazione e' completamente diversa (i diritti, almeno nella nostra societa' occidentale, sono stati in gran parte acquisiti) e l'evoluzione ci sta chiedendo altre trasformazioni e miglioramenti, che riguardano altri ambiti sociali (soprattutto economici; come creazione e salvaguardia dei posti di lavoro, trasformazione dello stato, del mercato e di tutta l'organizzazione del lavoro a livello mondiale). Non e' detto quindi che una forza che era progressista 30 anni fa continui ad esserlo anche ora. La prima cosa che la politica deve affrontare e' la "necessita' storica", noi diremmo il piano evolutivo. Chi vuole affrontare un problema o una situazione dal punto di vista politico, deve avere quindi un punto di vista molto particolare.

Se noi osserviamo la politica solo da un punto di vista, diciamo quello della personalita', la riduciamo a "strategia di potere" e le valutazioni che daremo creeranno sempre uno scontro soggettivo di singole volonta' che cercano di prevalere una sull'altra. Perche' quando si parla di politica si litiga sempre, per strada, al bar o in parlamento ? Perche' la politica e' legata alla volonta' di potere, ossia e' legata ad un'energia che cerca sempre di primeggiare e di imporsi sugli altri. Questo spiega la politica ordinaria. Esiste, pero', anche un altro modo di fare politica. Vogliamo affrontare questo ambito sociale da un punto di vista diverso da quello ordinario; vogliamo cioe' cercare di sostituire il punto di vista soggettivo, quello della personalita', con uno che vada oltre la personalita' e che cerchi di inquadrare un'unita' piu' grande di quella osservata dal singolo individuo perennemente critico e separativo. Questo nuovo punto di vista possiamo chiamarlo spirituale o anche religioso (ma temo che questi termini vengano confusi con ecclesiastico o confessionale), ed ha un carattere prevalentemente laico e interiore, del tutto indipendente da ogni chiesa.

Quella che viene chiamata spiritualita' abita in una regione molto precisa, denominata mente superiore o astratta. E' questa una facolta' umana che non puo' essere raggiunta tramite l'intelletto o la mente analitica e critica, ma solo tramite il pensiero geometrico e astratto. Non a caso Pitagora e Platone dicevano: "Dio geometrizza". Per entrare in contatto con questa facolta' bisogna cioe' andare oltre la personalita', oltre il suo punto di vista, in altri termini oltre il punto singolo ed individuale. La prima unita' che si trova oltre il punto e' quella formata dal triangolo, l'unita' geometrica piu' semplice ed elementare. E' dunque sul triangolo che soffermeremo la nostra attenzione in questa nostra riflessione sulla politica. Un maestro di saggezza disse una volta che in qualsiasi situazione della nostra vita esistono sempre tre energie fondamentali; quindi se noi vogliamo osservare e, soprattutto, costruire la realta' in modo equilibrato, armonico e spirituale dobbiamo utilizzare sempre queste tre energie fondamentali, che sono la volonta'-potere, l'amore-saggezza e l'Intelligenza-attiva (i tre aspetti della divinita' presenti in tutte le religioni).

In questo modo, dunque, se vogliamo parlare di politica, non possiamo soffermarci solo sul punto che riguarda il potere ma dobbiamo inserire anche gli altri due punti dell'amore e dell'intelligenza, ossia dell'etica e dell'economia. Il tutto finalizzato al bene comune. Se l'amore e' tutto cio' che aiuta a fare un passo avanti nell'evoluzione della coscienza e l'Intelligenza e' la capacita' di ordinare in modo sistematico cose, pensieri e situazioni, allora, se vogliamo parlare di politica, dovremo andare a vedere tutto ciò che puo' (potere) aiutare lo sviluppo della nazione o dell'umanita' (bene comune) a fare un passo in avanti nella loro evoluzione (amore). E dovremo farlo con intelligenza e usando le energie appropriate (economia), mettendo insieme tutti i punti di vista sull'argomento e comprendendo cio' che e' vero, amorevole e utile rispetto alla situazione. Gia', perché nel triangolo dobbiamo inserire anche un'altra triade strettamente collegata con le precedenti: questa triade e' la base di ogni conoscenza e di ogni scienza della comunicazione ed e' presente negli insegnamenti dei grandi pensatori e maestri, sin dai tempi di Pitagora, Socrate e Platone. In sintesi, dobbiamo affrontare la situazione, ancora una volta, in modo triangolare, usando il punto di "coscienza" che abbiamo raggiunto, il "cuore" e la "mente". Se manca uno dei tre si produce uno squilibrio, una dissonanza, una distorsione della visione e di conseguenza un giudizio sbagliato. Questi tre aspetti rappresentano un'unita', un aspetto unitario, uno strumento straordinario per trasformare veramente il nostro modo di essere e di conseguenza la societa'.

Come vedete, il valutare un fatto politico, se vogliamo farlo come creatori di armonia secondo la legge, non e' facile e implica un notevole sforzo mentale di commensura. Dobbiamo innanzitutto sapere qual e' il livello evolutivo della nazione, qual e' il suo bene (ossia il passo avanti che deve fare), in che modo quel fatto si inserisce nel piano evolutivo della nazione e in quello che riguarda l'umanita' intera. In base a questa sintesi potremo decidere quale governo sia piu' utile e risponda di piu' allo stato di necessità attuale; allora lo appoggeremo indipendentemente dalla nostra simpatia o antipatia ideologica.

Invero, la storia non e' mai stata fortemente intrisa di etica (se non addirittura di morale), come dovrebbe dimostrare la galleria fotografica che presentiamo appresso... [continua]

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Tutto cio', ovviamente, non possiamo farlo se ci fermiamo alla sola lettura di giornali e riviste e commentiamo i fatti partendo solo da questi, oppure lasciamo diventare dominanti all'interno della nostra ragione fattori puramente emotivi e ideologici. Dobbiamo accedere ad altre fonti, che sono contenute in quella che e' chiamata scienza dello spirito. E' questa scienza che ci permette di comprendere il piano evolutivo, le leggi universali e le energie che governano i vari periodi ciclici dell'evoluzione umana. E' questa scienza che ci fa comprendere cosa significhi la politica come polis-ethikos o gestione etica della societa' e cosa significhi per la politica darsi un'anima (ossia un comportamento etico che sintetizza tutto cio' che abbiamo detto).

Se la politica non e' legata all'etica l'inevitabile conseguenza sara' il fatto che essa diventera' una pura espressione di potere e quindi cedera' alla tendenza di cadere nel totalitarismo, come abbiamo visto fare nei sistemi fascisti, nazisti e comunisti (anche se un regime travestito da democrazia e', a nostro avviso, peggiore e molto pericoloso); se essa si leghera' solo ai due punti formati dal potere e dall'intelligenza sara' sempre un totalitarismo, mascherato pero' da grandi ideali di giustizia, di pace o di fratellanza che cercheranno di sviare l'attenzione dell'opinione pubblica dal fatto che, in realta', cio' che conta e' la presa del potere ricorrendo ad ogni mezzo, anche il mentire, il manipolare e il rovesciare completamente la realta'. E' l'etica il punto d'equilibrio che permette alla politica di essere una creatrice di armonia, finalizzata al miglioramento dei rapporti umani. Come abbiamo gia' detto nessuno di questi punti puo' sussistere da solo, perche' ogni individuo e' nello stesso tempo un cittadino di una democrazia, una forza economica e un agente etico e morale produttore di cultura. Una societa' puo' funzionare armonicamente quando queste parti, autonome e indipendenti, cominciano a funzionare in modo interdipendente. In altri termini:
1 - La politica dovra' basarsi sulla ragione dell'etica e non sulla forza del potere; dovra' fondarsi sulla garanzia delle liberta' e dei diritti umani e sul riconoscimento che esiste il dovere primario di conformare ogni decisione al bene comune, governato dalle leggi universali (domanda e offerta, economia, giusti rapporti, ecc.) che guidano il piano evolutivo. 2 - L'etica dovra' poggiare sul senso del dovere e della responsabilita' verso l'organismo in cui si vive (citta', nazione, umanita'); sull'educazione al reciproco rispetto fra individui, istituzioni, classi o ceti sociali in modo da creare quelli che vengono chiamati giusti e retti rapporti, ponendosi il fine di aiutare gli uomini a migliorarsi continuamente. 3 - L'economia dovra' essere fondata sull'intelligenza, sulla creativita' e sulla giusta distribuzione etica delle energie, al fine di liberare gli uomini dalla paura e dal bisogno.

Il fine dell'individuo e' quello di gestire se stesso come un organismo integrato, armonioso ed equilibrato. Il fine della collettivita' e' la gestione dello stato come un organismo integrato, armonico ed equilibrato. Tutta la vita e' una gestione di organismi piu' o meno sviluppati. Se usiamo la legge di analogia possiamo avere una visione sintetica dei diversi ambiti sociali molto diversa da quella ordinaria: La religione e' la gestione del rapporto fra l'umano e il divino o etica, il cui fine e' quello di andare oltre la personalita' della nazione per entrare in rapporto con la sua anima e, soprattutto, fare in modo che questa possa esprimersi. La politica e' la gestione etica dell'organismo, in riferimento ai rapporti che avvengono al suo interno. L'economia e' la giusta distribuzione delle energie all'interno dell'organismo. La psicologia e' la scienza che aiuta l'integrazione dell'organismo. La medicina e' la scienza che cerca di mantenere la salute dell'organismo. L'arte e' tutto cio' che porta l'organismo verso la bellezza e l'armonia. La difesa, come dice gia' il termine, ha il compito di difendere l'organismo da ogni attacco (anche con una medicina preventiva).

Il modello da seguire l'abbiamo gia' visto ed e' quello proposto da Pitagora a Crotone, ossia quello del triangolo esposto prima. Come l'individuo per conoscere se stesso e per governarsi ha bisogno di un lungo cammino di preparazione, di addestramento, di studio e di meditazione, lo stesso si puo' dire per uno stato. I risultati di una nazione gestita come personalita' sono sotto gli occhi di tutti. Gestire una nazione dal punto di vista etico vuol dire partire dall'anima, cercando di fare in modo, appunto, che l'anima della nazione posa esprimersi. Questo significa cambiare completamente i parametri di osservazione e di valutazione. Categorie come la destra, la sinistra, il centro, progressisti, conservatori, comunisti, democristiani, fascisti non ci interessano piu'.

Quello che a noi interessa e' il piano evolutivo, connesso al bene comune. La nostra valutazione, quindi, avverra' individuando quelle forze evolutive e quelle forze involutive che, di volta in volta a seconda dello stato di necessità, aiutano la coscienza della nazione a manifestarsi e a progredire, oppure glielo impediscono. In questo modo metteremo un seme che nel futuro dovra' permettere alla polis-ethikos di manifestarsi come cultura politica, bagaglio consolidato e irrinunciabile per la nuova societa'. [continua]

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Conclusioni Dopo aver esposto i principi politici, morali, sociali e, non ultimo, di equita' che informano il Blog, consentitemi, in conclusione, di riprendere il discorso in prima persona. Il Blog rappresenta solo la testimonianza dell'esistenza di eventi accaduti, nel bene e nel male, ma senza rinnegarli o relegarli nell'oblio.

Il suo scopo ambizioso, attraverso il racconto degli avvenimenti e dei personaggi che li hanno sostanziati, e' solo quello di testimoniare l'esistenza, come detto, a volte negata o relegata nell'oblio, di tali accadimenti e, al contempo, di consegnarli ad una storia piu' vera e giusta, nel bene e nel male, senza faziosita'. In questo modo penso, nel mio piccolo, di contribuire alla distensione ed alla pacificazione di tutti i fratelli italiani. Gli argomenti del blog, non sono, ovviamente, esaustivi della materia trattata; vogliono fungere piuttosto, almeno nel mio intento, da pungolo per il visitatore ad una piu' approfondita ed autonoma ricerca personale.

Il mio lavoro e' la sintesi di una ricerca durata oltre vent'anni: spero possa risultare interessante. Non ho la pretesa di avere pubblicato un lavoro unico nel suo genere ma, consentitemelo, quanto meno particolare, si; in quanto trovi localizzati insieme tutti gli elementi multimediali reperibili sull'argomento trattato (dalle foto ai filmati, dagli audio ai documenti illustrati, ecc.), vantaggio che altri siti non offrono.

Qualche notizia su di me: Nasco a Salerno verso la meta' degli anni '50 da una famiglia della media borghesia (classe sociale oggi in estinzione, come il bisonte americano, ma non come lui protetta). Mia Mamma, nativa della provincia, se pur di famiglia modesta era divenuta Maestra Elementare e, dopo la caduta del Fascismo, vide uccidere suo Padre dai partigiani. Mio Padre, nato in America (ahime'), ebbe comunque la sorte di venire in Italia al seguito della Famiglia quando era ancora giovinetto e qui divenne professore di educazione fisica prima e giornalista-soldato durante il II Conflitto Mondiale, operante, con il suo reparto, nello scenario dei Balcani. Subi' sulla sua pelle le conseguenze dell'8 settembre ed ebbe la fortuna di ritornare in Patria dopo un periodo di prigionia. Qui aderisce alla Repubblica Sociale Italiana di Salo' (dove conobbe il collega giornalista-soldato Giorgio Almirante). Alla fine della guerra civile, dopo varie peripezie, tornato a Salerno (dove mio Nonno, originario di un grosso centro della provincia, aveva stabilito la Famiglia fin dalla venuta in Italia), continua, tra l'altro, a fare giornalismo e fu tra i cofondatori del Movimento Sociale Italiano in questa Citta', verso la fine degli anni '40.

Ma torniamo a me, ho frequentato le mie scuole a Salerno dove ho conseguito la Maturita' Classica, nei primi anni '70. Invero, la mia formazione politica era gia' iniziata negli anni della scuola media, con la frequentazione degli ambienti Monarchici prima e poi della Giovane Italia. Il battesimo del fuoco giunse per me, poco piu' che quattordicenne, con la Rivolta di Reggio Calabria dell'estate del 1970, con Ciccio Franco al grido di Boia Chi Molla !. Come inizio non era male, ma il peggio doveva pero' arrivare di li a due anni, trascorsi comunque tra continue conflittualita' nella scuola (mi ero intanto iscritto alla Facolta' di Giurisprudenza) ed in piazza, allorquando sotto le finestre dell'abitazione di Famiglia, nel luglio del 1972, venne assassinato il Camerata (allora noi dinosauri della politica ci chiamavamo cosi') Carlo Falvella. Verso la seconda meta' degli anni '70, la vita mi porto' prima all'Accademia Militare di Modena e poi nell'Arma dei Carabinieri, dove ho servito il mio Paese per oltre un decennio, interrompendo, quindi, la prima parte della mia vita politica militante.

In quegli anni ho vissuto da "servitore dello Stato" l'escalation di violenza delle frange rosse extraparlamentari e del terrorismo delle Brigate Rosse in quel di Milano, Firenze e Roma (per non farmi mancare niente). Congedatomi per motivi di salute, tornai nella mia Salerno dove ritrovai alcuni dei vecchi Camerati partecipando al magnifico progetto di Radio Sfida, prima emittente Missina nel Sud Italia. Il clima politico generale era cambiato (siamo ormai nella seconda meta' degli anni '80) e qualcosa stava cambiando anche all'interno del nostro mondo umano e politico. La prematura morte di Giorgio Almirante (pur con i suoi innumerevoli errori di valutazione) ha rappresentato, per me come per tanti altri, una discontinuita' forte e tangibile nel modo di fare e di intendere la politica militante (in mezzo alla gente): non riuscivo a ritrovare gli ideali di critica (Noi dicevamo: NO all'America, NO alla Russia, diffidando del loro "populismo" e della loro "democrazia", argomento peraltro ancora valido; ed eravamo favorevoli alla lotta del Popolo Palestinese oppresso dalla stessa America e dallo stato sionista di Israele, che giustificavano l'occupazione di quelle martoriate terre con il "volere di Dio"). Qualcosa, quindi non funzionava piu' o ero io che ero rimasto indietro.

Fatto sta che volli provare ancora a capire e per alcuni anni, saltellando (come fa chi ha ricevuto una martellata sull'alluce) ho seguito Alleanza Nazionale prima (ricoprendo, all'inizio del nuovo millennio, il ruolo tecnico di responsabile Internet - la mia seconda passione - e nuove tecnologie di propaganda) e Fiamma Tricolore poi. Ma non funziono'. Abbandonai, quindi, la vita politica militante, conscio che i miei ideali non erano piu' ne' attuali ne' realizzabili, e decisi di ritagliarmi il ruolo di testimonianza storica di quegli anni. Quindi ho deciso di affidare al web il materiale raccolto in decenni. Ritengo, comunque, che solo attraverso la sinergia tra vecchie e nuove generazioni si possa guardare al futuro senza commettere il grande errore di rinnegare il passato !

Infine, dedico il Blog alla memoria dei miei genitori Vincenzo e Anna, ringraziando mio fratello Vito, i miei figli Enzo ed Aurora e tutti gli amici che mi hanno spinto e sempre incoraggiato a realizzarlo, onorandomi del loro sostegno ed apprezzamento.

Ti ringrazio per l'attenzione e ti auguro buona navigazione.

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